Accordo UE-Vietnam: stop ai dazi

Accordo UE-Vietnam

Da diverso tempo erano in corso le trattative per le nuove regole di mercato per un possibile accordo Ue-Vietnam. Numerosi sono stati i sostenitori ed altrettanto numerosi i contestatori. Al tavolo degli accordi c’era la questione legata ai dazi doganali e al libero commercio tra le due parti. I deputati del Parlamento hanno votato ed il risultato non ha lasciato spazio ad ulteriori dubbi: sull’accordo Ue-Vietnam stop ai dazi. Cosa cambierà nello specifico? Quali saranno le conseguenze sui nostri mercati?

Le diverse reazioni sull’accordo UE-Vietnam

Con 401 voti favorevoli, 192 contrari e 40 astensioni, l’accordo Ue-Vietnam si conclude nel segno positivo. Alcuni commentano che si tratti dell’accordo più ambizioso ed innovativo che l’Ue abbia mai stretto con uno dei paesi in via di sviluppo. La nuova legge abolirà il 99% dei dazi per un periodo di 10 anni per il Paese asiatico e di 7 anni per l’Unione Europea. Le reazioni sono state differenti e assai contrastanti tra loro. La Coldiretti si mostra estremamente contrariata rispetto a quanto segnato dai patti. Per l’associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana si tratta di un vero e proprio colpo inferto alla qualità italiana: “comporterà l’ingresso a dazio zero su 80 mila tonnellate di riso lavorato”. I produttori italiani si mostrano alquanto spaventati dai futuri risvolti dell’accordo sul loro fatturato tanto che parlano di “giornata nera” riferendosi a quella in cui l’accordo ha avuto luogo.

Il Parlamento si mostra fiducioso

Diversamente la pensa il Parlamento che si esprime indicando l’importanza che questo accordo ha per il futuro dell’economia dei due paesi. Tutti i prodotti metalmeccanici e chimici saranno esentati dai dazi per l’intera durata dell’accordo e fino a quando non entrerà in vigore un nuovo trattato.

Cosa cambierà nei prossimi mesi?

Se verranno rispettati i tempi indicati, le nuove misure dovranno entrare in vigore a partire dal prossimo 12 di agosto. È possibile che vi siano delle ulteriori evoluzioni nel corso dei prossimi mesi. Le critiche riguardano anche l’aumento dell’importazione europea di prodotti provenienti dai paesi in via di sviluppo. Questo fattore potrebbe giocare a sfavore delle eccellenze produttive territoriali che verrebbero soppiantate dai bassi prezzi di prodotti provenienti da questi paesi. Oltre a ciò si aggiungono questioni umanitarie di sfruttamento lavorativo che meritano una attenta considerazione da parte della comunità.

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