Accertamenti fiscali e bancari sui soldi dei privati cittadini: chi rischia di più e come può difendersi

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Accertamenti fiscali e bancari sui soldi dei privati cittadini: chi rischia di più e come può difendersi. Si infittiscono i controlli del Fisco non soltanto sui titolari di reddito di impresa o di P.Iva. Tutti i contribuenti, nessuno escluso, possono diventare oggetto di indagine sugli eventuali reati tributari o sul mancato rispetto delle leggi fiscali. Vediamo come procedono i controlli e quali contribuenti sono maggiormente esposti.

Come funzionano gli accertamenti fiscali sui privati cittadini

Gli accertamenti fiscali e bancari coinvolgono anche i comuni cittadini e sono tesi a superare la presunzione legale di alcune movimentazioni. Che significa? Quando si parla di presunzioni legali si intende identificare le conseguenze che la legge o il giudice trae da un fatto noto per risalire ad uno ignoto. Questo è quanto definisce  l’art. 2727 del Codice civile in materia di reati tributari. Attraverso la presunzione si prova un fatto di causa non già attraverso una valutazione della prova, ma per mezzo di un ragionamento. Le presunzioni legali si distinguono in assolute e relative. Laddove quelle assolute non ammettono prova contraria, quelle relative, al contrario, la ammettono secondo quanto stabiliscono gli artt. 234 e 235 del c.c.

Cosa succede quando scatta la presunzione di reato?

Poniamo il caso di un contribuente che abbia versato una ingente somma di denaro sul proprio conto corrente. Immaginiamo ora che tale versamento diventi oggetto di accertamento fiscale a seguito di una rilevante discrepanza tra i redditi dichiarati e il proprio patrimonio. Ad esempio, il gesto del genitore che regala soldi al figlio per l’acquisto della casa potrebbe far scattare i controlli fiscali come si indica qui. La persona che incassa il denaro potrebbe ritrovarsi nella condizione di dover giustificare al Fisco tale versamento. In tal caso, il correntista è chiamato a difendersi dalla presunzione relativa. Questo significa che dovrà portare la prova che tale versamento è il frutto di un incasso lecito.

Accertamenti fiscali e bancari sui soldi dei privati cittadini: chi rischia di più e come può difendersi? Il Fisco effettua i controlli sui versamenti di denaro di tutti i  contribuenti, non solo imprese e professionisti. L’attività di controllo attinge le numerose informazioni dall’Anagrafe dei rapporti finanziari al fine di controllare le imposte sui redditi, sull’Iva ed altro. In tale maniera, si riesce a svolgere le indagini finanziarie nei riguardi dei soli operatori con cui il soggetto controllato ha instaurato rapporti finanziari. Alcune anomalie diventano sintomo di evasione e quindi impongono l’avvio di ulteriori accertamenti.

Come può difendersi il contribuente

Al seguito degli accertamenti, sarà onere del contribuente dimostrare l’analitica irrilevanza delle operazioni. A proposito degli accertamenti fiscali e bancari sui soldi dei privati cittadini: chi rischia di più e come può difendersi?

La prova contraria vince la presunzione legale solo nella misura in cui il contribuente produce la documentazione da cui risulti con certezza la rilevanza fiscale delle risultanze dei conti. Questo significa che bisogna dimostrare il contrario di quanto si presume. Come?

In maniera esemplificativa, i documenti che si ritengono validi per la prova contraria sarebbero:

A) documenti che provengono da soggetti con funzione certificativa o da terzi formalmente interessati a rapporti contrattuali con il contribuente;

B) documenti idonei a dimostrare in maniera oggettiva la natura e l’origine delle movimentazioni finanziarie.

Grazie a questi documenti è possibile dimostrare la provenienza dei versamenti sul proprio conto ed evitare sanzioni sui redditi.

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