A rischio la pensione anticipata per 20.000 persone

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La redazione di ProiezionidiBorsa informa costantemente gli interessati sulle novità in ambito pensionistico. Pochi giorni fa abbiamo chiarito le modalità di applicazione dei conguagli fiscali sulle pensioni di quest’anno. Oggi vogliamo approfondire l’Opzione donna, una misura di anticipo pensionistico riservata alle lavoratrici. Quest’anno rischierà di scadere, negando a migliaia di persone la possibilità di anticipare la data di pensionamento. Vediamo, quindi, in cosa consiste questa possibilità e chi può ancora aderire e richiedere la pensione anticipata entro la fine dell’anno. Infine, cercheremo di capire perché, dopo anni di proroghe, quest’anno il Governo sembra aver cambiato approccio. Un mancato rinnovo che significa mettere a rischio la pensione anticipata per 20.000 persone.

Opzione donna, un aiuto alle lavoratrici

Opzione donna è la possibilità di anticipo della pensione per le lavoratrici introdotta dalla riforma Maroni del 2004. Periodicamente, i Governi hanno rinnovato questa misura che scadrà il prossimo 31 dicembre. L’Esecutivo al momento non ha comunicato nulla in merito, il tempo stringe e appare sempre più probabile la cancellazione dell’Opzione dal 2021. L’ultima possibilità sarebbe un emendamento alla Legge di Bilancio in approvazione entro ottobre, ma nessun esponente del Governo ne ha mai parlato.

L’Esecutivo è infatti impegnato a far quadrare i conti dell’INPS dopo le ingenti uscite causate da Quota 100 e dalla crisi da coronavirus. Al momento possono ancora anticipare la pensione le dipendenti almeno 58enni. Per le autonome, invece, il limite minimo sale a 59 anni di età. Richiedendo l’Opzione donna, le lavoratrici accettano un calcolo esclusivamente contributivo dell’assegno pensionistico. Questo è uno dei motivi per cui ci sono state sempre meno richieste di questa opportunità negli ultimi anni.

A rischio la pensione anticipata per 20.000 persone

Attualmente l’Opzione è regolata dall’articolo 1 comma 476 della Legge di Bilancio 2020. Per quest’anno il Governo ha stanziato circa 400 milioni e stimato 20.000 pensioni anticipate. La cancellazione di questa possibilità, metterà a rischio la pensione anticipata per 20.000 persone all’anno. Secondo dati INPS relativi al 2019, spesso sono le lavoratrici in difficoltà a richiedere il pensionamento anticipato. Oltre un terzo delle pensioni liquidate lo scorso anno, si riferisce a lavoratrici prive di reddito nell’ultimo anno fiscale. Un ulteriore terzo è relativo a contribuenti con reddito dichiarato inferiore a 13.000 euro.

Le pensioni medie erogate vanno da circa 880 euro per le ex lavoratrici autonome ai 1.300 euro delle ex dipendenti statali. Questi numeri danno un quadro chiaro della difficoltà per molte lavoratrici di uscire dalla crisi dell’impatto sociale che la cancellazione dell’Opzione rappresenterà. Lo staff di ProiezionidiBorsa continuerà ad aggiornare i lettori sulle novità in materia.

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