A Palazzo Pitti i tesori della scrittura recuperati dai Carabinieri

A Palazzo Pitti i tesori della scrittura recuperati dai Carabinieri

I libri miniati sono tesori d’arte antichi e di altissimo valore. Ben quattromila volumi della Biblioteca dei Girolamini di Napoli, codici miniati del valore di 20 milioni di euro, sono stati rubati e recuperati dai Carabinieri. Alcuni di questi meravigliosi esemplari sono ora in mostra al Palazzo Pitti di Firenze. Nella Sala delle Nicchie, la mostra sulle storie di pagine dipinte, aperta fino al 4 ottobre prossimo, racconta anche i miracolosi ritrovamenti dei beni rubati. Vediamo, con la redazione Lifestyle di ProiezionidiBorsa, quali sono esposti, per la gioia dei visitatori.

La difficoltà di tutelare i codici miniati

A Palazzo Pitti i tesori della scrittura recuperati dai Carabinieri. La vicenda della Biblioteca dei Girolamini ci ha insegnato che gli antichi codici e manoscritti sono difficili da tutelare. Soprattutto per la mancanza di schedature analitiche o di rilevazioni fotografiche complete. Per questo, sono diventati oggetto delle attenzioni di ladri e collezionisti senza scrupoli. Attraverso l’analisi codicologica e indizi minimi proveniente dal testo e dallo stile decorativo, gli storici dell’arte hanno potuto ricostruire i complessi smembramenti di questi capolavori. E hanno potuto riannodare i fili dei pezzi dispersi, riportare nella giusta posizione anche singole pagine perdute.

A Palazzo Pitti i tesori della scrittura recuperati dai Carabinieri

Sono esposti quaranta codici e miniature dal Duecento al Cinquecento, provenienti da Castelfiorentino, Colle Val d’Elsa, Firenze, Perugia, Pistoia. Sono stati eseguiti da importanti artisti come Pacino di Bonaguida, seguace di Giotto e Attavante degli Attavanti. Di ogni nucleo sono esposti i volumi e anche singole pagine, ammirabili di fianco ai codici dai quali sono state tagliate. Tra i manoscritti recuperati ed esposti, un antifonario del 1330. E il celeberrimo “Ufficio dei morti” di Papa Leone X, eletto al soglio pontificio nei primi anni del Cinquecento. Un salterio della Settimana Santa di Matteo da Terranova del 1528. E i corali del convento dei Minori Osservanti, eseguiti dal Primo Maestro dei Corali di Montemurcino. Incredibilmente, erano stati rubati negli anni Trenta e poi sottratti di nuovo nel 1982.

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