A decidere sui mercati saranno ancora gli Usa?

Trump

Nelle scorse ore il contagio del presidente Trump. Poi il suo no a nuovi aiuti all’economia. Quindi il suo parziale passo indietro. Il tutto mentre sono divampate le polemiche per le sempre più numerose incertezze che le dichiarazioni di Trump creano sui mercati, soprattutto visto che gli operatori stessi non sanno se vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. A decidere sui mercati saranno ancora gli Usa? Ad ogni modo, almeno per oggi, il bicchiere sembra essere mezzo pieno. Infatti il ritorno dei contagi in Italia e l’aumento in tutta Europa, potrebbe spingere repubblicani e democratici all’accordo. Anche se in realtà la vera molla che spingerebbe all’intesa potrebbe essere rappresentata più che altro da un’altra necessità. Ovvero quella di dare, in vista dell’imminente chiamata alle urne, un minimo di sollievo alle paure dei lavoratori americani.

I listini europei

Intanto nel Vecchio Continente il Ftse Mib italiano, alle 16.30 vanta un +0,8% come anche il Cac 40. Poco sotto, invece, il Ftse 100 inglese a 0,7% mentre il Dax arriva a +1%. Sul fronte dei rating a Piazza Affari, Equita segnala come buy A2a (1,68 euro), Banca Ifis (12,30 euro), Cementir (7,30 euro), Eni (MIL:ENI) (10 euro), Exor (63,50 euro), Finecobank (13,80 euro). E ancora, sempre da Equita, anche un buy su Mediobanca (9 euro) e, tra gli altri, Saras (0,85 euro).

La situazione a Wall Street

Come detto, Wall Street resta ottimista ma non tutti sono dell’idea che a decidere sui mercati saranno ancora gli Usa. Il motivo? La forza delle quotaizioni in apertura che sono su un piano di entusiasmo inferiore a quello europeo. Infatti sempre intorno alla stessa ora, ovvero le 16.40 (ora italiana) i tre indici statunitensi vedono l’S&P 500 allo 0,7%, il Dow a 0,5% e il Nasdaq intorno a 0,45%.

Gli eventi più importanti nel calendario macroeconomico

Agli orari prefissati si può consultare il calendario economico per leggere l’esito dei dati macroeconomici pubblicati. I dati più interessanti di oggi riguardano sicuramente i sussidi settimanali di disoccupazione a stelle e strisce. Sussidi che hanno toccato quota 840mila unità, meno delle 849mila della rilevazione precedente.

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