5 ragioni per comprare azionario e 3 per non farlo

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5 ragioni per comprare azionario e 3 per non farlo. Quali sono?

Questi sono tempi che fanno paura. Nessuno è sicuro di come il coronavirus influenzerà la società, o per quanto tempo. Ogni giorno le notizie sembrano cambiare. Le restrizioni di viaggio sono in pieno svolgimento, il che significa che molte compagnie aeree stanno sospendendo i voli. Le riunioni di massa vengono cancellate, e molte persone sono in preda al panico, comprando indiscriminatamente al supermercato in previsione di carenze di beni o di un blocco.

Trattandosi di una situazione in rapida evoluzione, le informazioni disponibili sembrano essere poco chiare. Non sorprende quindi che i mercati azionari di tutto il mondo abbiano preso una batosta. E che continuino a farlo perché, come abbiamo ricordato più volte, con l’incertezza i mercati fanno una cosa sola: vendono. Gli investitori odiano l’incertezza.Tanto poi ricompreranno con corsi dei titoli azionari più bassi. Sospettiamo, a ragione, che il mercato rimarrà volatile ancora per molto tempo. Quindi, vendere o comprare? Vediamo entrambi i campi e quali sono le 5 ragioni per comprare azionario e 3 per non farlo.

Le ragioni a favore

  1. Gli indici azionari sono scesi parecchio, tra il 30 e il 40%, in alcuni casi anche di più. Alcuni titoli azionari quotati su Borsa Italiana hanno perso addirittura il 60%. Decisamente, per molti, se non per tutti i mercati i titoli sono già a sconto.
  2. Tecnicamente, mercati e corsi azionari sono in ipervenduto, e da tempo. E’ vero che non basta per dire che le azioni delle società siano realmente convenienti, ma quando questa caratteristica tecnica delle Borse si presenta per diversi giorni di fila, potrebbe essere venuto il momento di guardarsi intorno.
  3. Dopo una caduta di questa portata, la ripresa potrebbe essere molto veloce. Di solito, infatti, le reazioni delle Borse sono a “V” dopo le cadute improvvise, repentine e acute. Fu così anche l’ultima volta, nell’ottobre-dicembre del 2018, recuperato nel solo mese di gennaio 2019.
  4. Il mondo non finirà domani. Pensare che una situazione come questa, per quanto brutta possa essere un’apocalisse o peggio, è totalmente irrealistico. Il Barone de Rothschild diceva sempre: “ Si investe quando il sangue scorre per le strade, anche se il sangue è il vostro”.
  5. La risposta delle banche centrali mondiali e dei governi è stata energica, persino superiore a quanto lo fu dopo l’11 settembre o dopo la crisi finanziaria del 2008. Questa cosa non può passare inosservata, per quanto pessimismo ci sia sui mercati. E all’orizzonte, forse, ci sono pure gli eurobond.

…e 3 ragioni per non comprare azionario

  • Anche se gli indici sono scesi parecchio, non ci sono motivi per cui non possano continuare. Le notizie che si rincorrono sui media non sono buone. Se è vero che la Cina pare fuori pericolo, e che la Corea del Sud e Taiwan, insieme con Singapore, stanno contenendo molto bene l’epidemia, non altrettanto si può dire per l’Europa Occidentale e per gli Stati uniti.
  • Quali garanzie ci sono che, in un momento di panic selling come questo, alla mercé dei sistemi automatici di trading, le vendite finiscano? Nessuna. Visto che chi guadagna sulle transazioni sta prosperando, perché smettere? Siamo in ipercomprato, e allora? Se un po’ di reale ottimismo non cambierà la cosa, potrebbero non esserci ragioni per smettere di vendere sui mercati
  • La risposta di banche centrali e governi è stata energica, vero, ma farraginosa e confusa. La BCE ha fatto una gaffe epocale con la dichiarazione della Lagarde sullo spread italiano, e la FED sembra aver un po’ rincorso i mercati più che precederli. Ed il mercato si aspetta stimoli fiscali, non monetari. Finché non li avrà, continuerà a vendere.

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