170mila no-vax sono pronti a rifiutare il lavoro e tenersi il reddito di cittadinanza

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Il d-day del Green Pass sul lavoro non è ancora cominciato e già le associazioni di tutela dei lavoratori sono sul piede di guerra, insieme ai colonnelli del Codacons. L’obbligo di Green Pass sul posto di lavoro vuole essere un incentivo alla vaccinazione per tutti. Sia i lavoratori assunti che quelli che operano a titolo individuale a tutti i livelli, dagli artigiani fino ai professionisti. Ma per chi il lavoro non ce l’ha e il vaccino non lo fa, conviene spegnere la sveglia e continuare a dormire. Aspettando che arrivi il bonifico del reddito di cittadinanza. Vediamo perché con la Redazione Attualità di ProiezionidiBorsa.

I percettori di reddito non hanno fretta

Chi percepisce un reddito di cittadinanza e non si vaccina, non ha fretta. Anzi, il lavoro può attendere più del solito. Si prepara una bella impasse per le imprese a caccia di addetti. Se ne sono già accorti i titolari di alberghi e pizzerie nel settore turismo e ristorazione. Ben 170mila no-vax sono pronti a rifiutare il lavoro e tenersi il reddito di cittadinanza. Chi percepisce questo sostegno ha un motivo in più per rinunciare al posto di lavoro. La vaccinazione permette di restare a casa a percepire il sussidio, senza però far segnare all’ufficio di collocamento il rifiuto dell’ingaggio. Perché l’assunzione c’è, a tutti gli effetti. Questa modalità interessa soprattutto quelli che avevano rifiutato due offerte e ora avevano a disposizione un solo ‘no’. Sono infatti a disposizione solo tre rifiuti di offerte di lavoro prima di perdere il diritto al reddito di cittadinanza.

170mila no-vax sono pronti a rifiutare il lavoro e tenersi il reddito di cittadinanza

Nel caso in cui queste persone venissero chiamate a lavorare e rinunciassero a vaccinarsi e di sottoporsi al tampone, risulterebbero assunte a livello giuridico. Anche se non percepirebbero lo stipendio per tutto il periodo di occupazione previsto dal contratto. Dunque, non perderanno il diritto al sussidio, pur continuando di fatto a non lavorare. Possiamo infatti percepire il reddito di cittadinanza anche quando non siamo più disoccupati, perché questo sussidio non è legato al contratto e all’impiego, ma all’ISEE presentata dal nucleo familiare. Se un lavoratore no-vax viene assunto, si presenta in ufficio o in fabbrica senza certificato verde e senza tampone.

Il no-vax resta in forza all’azienda

A questo punto il neoassunto che timbra il cartellino, viene sospeso per mancanza di Green Pass e mandato a casa. L’ufficio personale avvia la pratica di sospensione del salario, contributi, ferie e scatto di anzianità. Il nuovo dipendente non ritira lo stipendio e viene pure segnalato alla Prefettura. Ma resta in forza all’azienda a tutti gli effetti. Come già detto, senza stipendio il suo reddito non cambia, dunque neanche l’ISEE. Quindi non c’è rifiuto del lavoro proposto, ma un’assenza non retribuita, che dà luogo alla procedura prevista dal decreto. A farne le spese però potrebbero essere le imprese. Perché, oltre a raddoppiare la fatica per trovare lavoratori idonei dal punto di vista del curriculum, perderebbero altro tempo a fare le pratiche per una o più persone assenti ingiustificate.

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