170 giorni o 24 mesi di contributi INPS in più a queste donne che vogliono andare subito in pensione

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Quando si avvicina il momento relativo al conteggio dei contributi versati ai fini pensionistici, alcune lavoratrici possono contare su delle garanzie. Esistono infatti dei periodi di non lavoro ugualmente assicurati sul piano contributivo che si possono considerare ai fini del diritto alla pensione. Immaginiamo, ad esempio, situazioni in cui le lavoratrici con figli abbiano dovuto assentarsi per delle necessità legate al proprio ruolo genitoriale. In simili circostanze è talvolta possibile richiedere il riconoscimento di 170 giorni o 24 mesi di contributi INPS in presenza di determinati requisiti.

Come uscire prima dal mondo del lavoro rispetto al regime ordinario di pensione

I grandi cambiamenti che negli ultimi tempi stanno avvenendo nella dimensione lavorativa spingono spesso molti lavoratori a lasciare con anticipo il mondo del lavoro. Chi accarezza l’idea di collocarsi prima in quiescenza può valutare diverse opzioni in base al montante contributivo sul quale può contare. Un esempio è il trattamento ponte APE sociale che consente un’uscita anticipata già dal 63° anno d’età. Chi invece punta al collocamento a riposo con il regime ordinario, allora deve attendere l’età minima di 67 anni e almeno un ventennio di contributi versati. In un precedente approfondimento abbiamo illustrato quanto percepisce di pensione INPS chi ha 20 anni di contributi nel 2022. Le lavoratrici che rientrano nel sistema di calcolo contributivo, per acquisire il diritto alla pensione, possono contare anche su alcuni contributi figurativi.

170 giorni o 24 mesi di contributi INPS in più a queste donne che vogliono andare subito in pensione

La riforma Dini, introdotta dalla Legge n. 335/1995, ha stabilito delle agevolazioni in favore delle lavoratrici madri che percepiranno la pensione col solo sistema contributivo. Tale sistema di calcolo, ricordiamo, prevede che la pensione venga conteggiata non già in base all’ultimo stipendio, ma in ragione dei contributi versati. Rientrano nel sistema interamente contributivo quei lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dal 1° gennaio 1996 in poi.

Ebbene, laddove si parli di donne lavoratrici, è possibile beneficiare dell’aggiunta di contributi figurativi a quelli lavorativi. Si tratta di periodi di non lavoro in cui l’INPS garantisce il versamento di contributi utili al calcolo del diritto e dell’assegno pensionistico. Tra le coperture figurative riservate alle mamme lavoratrici, una concede 170 giorni per assenze dovute all’educazione del figlio entro il 6° anno d’età.

Un’altra copertura prevede l’accredito di 25 giorni l’anno di contributi figurativi per assistenza a figli sopra i 6 anni o al genitore o coniuge inabili. Tale tutela prevede un accumulo fino ad un massimo di 24 mesi nell’intero arco di vita lavorativa. Un Bonus di 4 mesi per ogni figlio avuto spetta anche relativamente all’età d’accesso al pensionamento fino ad un massimo di un anno. Tale tutela spetta indipendentemente dall’effettiva assenza lavorativa o meno. Quest’ultima agevolazione si può utilizzare anche in maniera alternativa per incrementare la misura della pensione.

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