10 anni fa: il fallimento di Lehman Brothers

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A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

Il senso di un ricordo, di una memoria storica, dovrebbe essere quello di insegnare qualcosa, quanto meno a non commettere gli stessi errori.

Ricorre in questi giorni il decennale del fallimento di Lehman brothers.

Cosa ha insegnato quella crisi?

Il mio ricordo va a quando stavo scrivendo un libro sulla organizzazione aziendale, ed a un certo punto, era il 2007, quindi un anno prima della crisi, mi domandai cosa potesse provocare la prossima crisi aziendale ed economica di un certo peso.

Qualche tempo prima avevo letto alcuni articoli, che parlavano del livello molto elevato di leva finanziaria, che negli USA si stava utilizzando per finanziarie i cosiddetti mutui subprime.

Ma Lehman brothers lo stava usando più di altre società, una leva di circa 30 volte.

Questo significava che per finanziare i flussi legati all’emissione dei mutui, venivano cartolarizzati questi ultimi, ed ovviamente i derivati erano garantiti dagli stessi mutui.

I mutui erano però sub prime, cioè sotto un certo livello di merito di credito, insomma ottenevano credito coloro che non avrebbero avuto sufficienti garanzie di solvibilità.

Fin tanto che il gioco funzionava, e che il business immobiliare tirava, la cosa poteva stare in piedi, ma appena il meccanismo si inceppò, crollò tutto il castello.

Mi ricordo anche che avevo evidenziato proprio questo tipo di rischi e, purtroppo, circa un anno dopo i fatti mi diedero ragione.

Oggi si scorge una crisi del settore immobiliare in USA, e per la verità non solo in USA.

Ovviamente i tempi sono diversi, è intervenuta tutta una serie di regolamentazioni, e certamente ogni crisi ha le sue caratteristiche e ha cause diverse, ma occorre anche considerare che il settore immobiliare, anche se non sfruttato per operazioni finanziare a leva, rappresenta pur sempre un importante segmento economico, talora anticipatore di crisi più generali.

Il problema del debito non è comunque stato risolto, basti considerare gli asset tossici tolti dal mercato ed acquisiti da banche centrali, come la Fed.

Probabilmente si è solo spostato il rischio insito nel sistema, ed occorre quindi monitorare con attenzione la qualità del credito concesso.

In ogni caso, probabilmente la prossima crisi sarà indotta soprattutto da una naturale inversione del ciclo economico, di cui già si stanno cogliendo alcune avvisaglie.

La crisi dell’immobiliare è una di queste possibili avvisaglie.

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