1 obbligazione decennale sovrana al 2,65% netto e stesso rating dell’Italia

bond e obbligazioni

Il piccolo investitore affezionato all’universo delle obbligazioni  è sempre alla ricerca di qualche forma di rendimento positivo. Tale che lo ripaghi della privazione della disponibilità del denaro, lo protegga dall’inflazione e gli dia modo di portare a casa qualche interesse. Esiste qualcosa aldilà del BTP e malgrado i bassi tassi che dominano il panorama di mercato? Vediamo di più su 1 obbligazione decennale sovrana al 2,65% netto e stesso rating dell’Italia

Il decennale rumeno

Valicando i confini sia nazionali che dell’Eurozona, ma sempre all’interno del Vecchio Continente, vi è una nazione che ha lo stesso rating dell’Italia. Ma in compenso emette i suoi titoli decennali a un tasso superiore a quello offerto dal Tesoro italiano. Stiamo parlando della Romania, i cui bond sovrani sono stati colpiti da pesanti vendite negli ultimi mesi per effetto del Covid. Malgrado non faccia parte dell’Eurozona, il suo cambio è strettamente agganciato all’euro. In particolare qui analizziamo il bond denominato “Romania Tf 2,5% Fb30 Eur”, codice ISIN: XS1768067297. I cui corsi si trovano oggi al di sotto del valore di emissione pari a 100. L’obbligazione è stata emessa in euro (e quindi non vi sono rischi di cambio) in data 08/02/18 e scadrà l’ 08/02/30 (fonte foto: Investing).

I dettagli dell’obbligazione

Dalla denominazione del bond s’intuisce come lo stesso sia stato emesso in euro, al fine di suscitare più appeal sul mercato. Offre un tasso nominale lordo del 2,50% annuo (cedola a periodicità annuale, ogni febbraio). Tuttavia al prezzo attuale di 95,7 di stamattina il rendimento effettivo annuo passa al 2,646% netto, ossia il 2,65% circa. Invece rispetto ai massimi di periodo di febbraio le sue quotazioni hanno perso circa il 15%. Il bond scadrà tra 9 anni e 9 mesi circa ed offre quindi più dell’1,% annuo rispetto al BTP Italia maggio 2025 appena emesso. Certo, i due bond hanno scadenze diverse (l’omologo rumeno ha durata doppia rispetto al prodotto italiano).

Per quel che riguarda il rating, come anticipato è praticamente identico a quello italiano (ovvero: prossimo al livello spazzatura). I giudizi tecnici sono i seguenti: Fitch e S&P le assegnano “BBB-”, mentre vale “Baa3” per Moody’s. Infine l’outlook è negativo per tutte e tre le società di rating.

1 obbligazione decennale sovrana al 2,65% netto e stesso rating dell’Italia

Quale strategia può attuare il piccolo investitore? Prima di rispondere, vanno tenuti a mente i due grandi rischi legati a questo bond. Uno, l’essere ormai a un passo dal livello junk, come l’Italia del resto. Due, il bond soffre di scarsa liquidità sul mercato. È un’obbligazione scambiata sul MOT, ma il numero di contratti giornalieri non è elevatissimo, anzi. Fatte queste doverose avvertenze, il bond può potenzialmente considerarsi solo in ottica diversificazione. Ovvero solo quale piccola frazione dell’intera componente obbligazionaria posseduta. Ed eventualmente puntare anche ad una ripresa di medio termine dei corsi rispetto ai massimi di febbraio 2020, speculando in tal modo sui corsi.

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