Super dollaro, indici americani da record e le previsioni?

ProiezionidiBorsa

a cura della Dott.ssa Giovanna Maria Cristina Sambataro dai suoi uffici di Boston

L’ultima sessione settimanale ha visto nuovamente Wall Street toccare un nuovo record. Da giorno 8 novembre il primo discorso di Trump da presidente ha condotto gli indici americani a un vero e proprio rally senza arresto.

Ogni giorno che passa le chiusure dei principali listini toccano nuovi massimi storici.

Il dollaro, nel contempo, si è apprezzato battendo ogni previsioni. Molti analisti alla vigilia delle elezioni americane erano convinti che Trump una volta divenuto presidente, avremmo vissuto un crollo degli indici e un eccessivo apprezzamento dell’euro. In verità, si è verificato l’esatto opposto.

Sul sito proiezioni di borsa era già stato anticipato che il trend sarebbe diventato Long con l’avvento di Trump. La vittoria sia alla camera sia al senato, peraltro, ha acuito la sua forza ed era inevitabile che i mercati festeggiassero alla grande.

L’economia americana è in forte crescita e i prossimi dati macroeconomici, se batteranno le previsioni, porteranno gli indici su altri nuovi massimi e, di riflesso, l’apprezzamento del dollaro porterà il cambio contro l’euro sulla parità.

Sul fronte opposto, solo l’Asia sta seguendo il rally di Wall Street. Il Nikkei, infatti, ha chiuso la sua ottava sessione al rialzo e lo yen ha perso completamente terreno.

Le politiche macroeconomiche adottate da Kuroda non hanno avuto lo stesso effetto di Trump, che in dieci giorni ha ribaltato tutte le quotazioni.

L’Europa, invece, si discosta da questo rally e vive una fase laterale proprio da giorno 10.

Ci sono troppi problemi che frenano il trend rialzista.

Da una parte il referendum italiano, dall’altra la coesione degli Stati membri che sembra vacillare, induce i principali listini europei a mantenere la cautela. Il comparto bancario aggiunge un altro clima di ostilità tra la Germania, Italia e BCE.

Se dovessero perdurare ancora le sofferenze bancarie, è molto probabile che Draghi proroghi il QE, ma tale operazione non potrà durare a lungo.

Il supporto delle BCE non possono sopperire alle lacune di gestione dei principali asset finanziari e gli istituti, di contro, invece di attuare strategie volte al rispristino dell’equilibrio economico-finanziario, continuano a non porre freno alle ricapitalizzazioni.

Il debito, in questi casi, genera altro debito e continuando su questa strada nasce una domanda spontanea: ci saranno le risorse finanziarie a fronteggiare tali numeri?

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