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Esistono almeno due fondamentali, differenti tipologie di analisi tecnica, sui mercati.
L’analisi previsionale, che cerca di anticipare tempo e prezzo dei mercati, e l’analisi che preferisce, invece, cogliere i segnali a trend già invertito.
Ma c’è anche chi vorrebbe, certo, cogliere precisi segnali di inversione, ma senza dover aspettare il tipico segnale dei comuni sistemi trend following, basato su rotture di supporti o di resistenze di prezzo.
E’ possibile tutto ciò?
La risposta è positiva.
Basta cogliere le rotture di supporti e resistenze, ma non basate sui prezzi, bensì su determinati indicatori algoritmici.
Oggi vi spiego una di queste tecniche, per il lungo termine, basata sulla rottura di minimi, cioè supporti statici, o di massimi, cioè resistenze statiche, disegnati dall’indicatore stesso.
Si tratta di un metodo di lungo termine, che quasi mai ha dato segnali sbagliati.
Praticamente l’indicatore in un trend crescente continua a formare massimi e minimi crescenti, e quando va sotto l’ultimo minimo formatosi sullalgoritmo, segnala che il trend si è invertito.
Considerazioni simmetriche ed opposte valgono per i trend ribassisti.
L’indicatore è costituito dall’indice di momentum settato a 12 periodi, da applicare su time frame trimestrale.
In tale ottica le attuali indicazioni evidenziano che già il trend di lungo dei principali mercati azionari, soprattutto USA e Dax, avrebbe girato al ribasso di lungo.
E tale indicazione parrebbe, però, valere anche per Ftse mib ed Eurostoxx, quanto meno nel senso che i precedenti trend ribassisti non avrebbero ancora girato al rialzo, ma vengono interpretati, al momento, come mere correzioni, nel lungo termine.
Pertanto, quella che sui prezzi appare come divergente dinamica tra indici USA ed indici europei, viene invece univocamente interpretata come dinamica ribassista da tale indicatore.
Gian Piero Turletti è Autore degli Ebooks: Magic Box e PLT Edizioni Proiezionidiborsa
