Il ribasso dei mercati azionari partirà dall’isola di Guam?

ProiezionidiBorsa

Il titolo dell’articolo, che a prima vista potrebbe sembrare strano, si riferisce a notizie di stampa, che darebbero per imminente un attacco nord coreano all’isola di Guam.

Per comprendere appieno le problematiche connesse a tale questione, considereremo il senso complessivo di tali news in una prima parte dell’articolo, e le possibili conseguenze sui mercati azionari nella seconda parte.

Va subito detto che l’isola di Guam è un territorio indipendente, legato agli USA da un trattato internazionale.

Rappresenta una risorsa strategica per gli USA, dal momento che ospita una base aereo navale comprensiva di sommergibili atomici e bombardieri strategici.

!!!Acquista in straordinaria offerta  gli Ebooks di Gian Piero Turletti!!!

Cosa pensa chi ha acquistato gli Ebooks di Turletti?

Secondo me con i metodi di Gian Piero Turletti si può avere sia una visione anticipata di quello che poi capiterà sui mercati, sia segnali trend following, di conferma, desunti dai metodi stessi.
Cimatti Mario Marco
Ps… ci credo veramente… e i grafici lo dimostrano OGNI volta….

Per chi non fosse avvezzo a questo tipo di terminologia, occorre dire che un sommergibile atomico è dotato di un armamento comprensivo di missili a testata nucleare, talora anche testata mutipla, cioè in grado di lanciare diverse testate atomiche.

Ad esempio vi sono missili, lanciabili da un sottomarino, ognuno dei quali in grado di lanciare anche una decina di testate su obiettivi diversi.

Con una dotazione di una decina di questi missili, potrebbero in pratica essere lanciate un centinaio di bombe atomiche.

Ma missili dotati di una o più testate nucleari possono essere lanciati anche da bombardieri strategici, presenti sull’isola, tra cui i famosi stealth, cioè velivoli dotati di particolari materiali e tecnologie, che tendono a renderli invisibili ai radar.

Evidentemente, un attacco, anche solo con una testa convenzionale a medio raggio, portato contro la base statunitense, provocherebbe il rischio di problemi atomici, e di una debacle strategica, forse anche superiore all’attacco condotto dal Giappone contro la base di Pearl Harbor nella seconda guerra mondiale.

Ma quali probabilità avrebbe un tale attacco di essere portato a termine?

In pratica nessuno, perché gli USA sorvegliano eventuali lanci di missili coreani e possono intercettare e distruggere tali vettori in anticipo, prima che raggiungano un potenziale bersaglio.

Ma, anche in questo caso, l’attacco sarebbe devastante ugualmente per gli equilibri strategici.

Intanto, perché significherebbe che la forza di dissuasione convenzionale ed atomica statunitense è venuta meno.

Inoltre, proprio anche per questo motivo, il governo Trump non potrebbe stare a guardare, perché l’attacco equivarrebbe ad una dichiarazione di guerra, e sicuramente interverrebbe una reazione militare statunitense molto pesante.

Tale intervento probabilmente riguarderebbe un bombardamento delle principali postazioni militari nordcoreane, quanto meno dislocate lungo le coste, soprattutto con missili da crociera guidati da radar.

Probabilmente la maggior parte delle testate sarebbe convenzionale, ma non è escluso un intervento tramite armi atomiche tattiche, quelle a basso impatto, che hanno soprattutto effetto locale, oppure l’impiego della ormai famosa bomba n, o bomba a neutroni, un tipo di testata che opera non tanto come potenziale esplosivo, ma tramite radiazioni in grado di superare le corazze dei mezzi avversari.

Solitamente non dò molto peso a queste notizie, perché sotto un profilo razionale e di logica militare, è evidente come un attacco del genere dovrebbe essere considerato solo come un mezzo di autodistruzione, vista la soverchia superiorità militare tattica e strategica statunitense.

Tuttavia dobbiamo fare i conti con quella posicopatologia di fondo, che spesso, unitamente a smanie di grandezza, affligge i dittatori, e probabilmente anche quello nord coreano non fa eccezione.

Chiariti, quindi, i contorni effettivi della questione, indubbiamente un attacco di questo tipo, soprattutto se non dovesse essere sventato, e se quindi il missile a medio raggio nord coreano, progettato a tal fine, raggiungesse il proprio bersaglio, avrebbe almeno nei primi tempi quasi sicuramente un impatto devastante sui mercati azionari.

Ma, anche a prescindere da tali considerazioni su quello che potrebbe essere un fattore scatenante dei ribassi, quali sono i primi supporti, rotti i quali dovremmo prendere atto di un potenziale ribasso di medio/lungo?

Considerando supporti dinamici, il cui valore cambia con il tempo, ecco i supporti di questo mese:

Dow jones: 20300.

S&P 500: 2350.

Nasdaq Composite: 5890.

Dax: 12080.

Eurostoxx: 3380.

Ftse Mib: 21000.

 

 

Consigliati per te