Rialzo dei tassi USA: guardiamo alla situazione reale

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Qual’è la situazione reale dell’economia a stelle e strisce?

Un rialzo dei tassi è giustificato?

Gran parte dell’attuale situazione dei mercati USA e delle decisioni della Fed riconduce, a mio avviso, ad una sorta di discrasia temporale, o meglio, ad una previsione non proprio favorevole all’economia statunitense.

Come noto, uno dei principali strumenti in mano alla Fed, oltre alla possibilità di acquistare o vendere titoli, è proprio costituito dalle manovre sui tassi.

Ma questi non vengono necessariamente alzati, perché si prevede un’economia in crescita.

A volte si teme, anzi, un’inversione del ciclo economico, e quindi il rialzo dei tassi viene effettuato da chi poi teme di essere sguarnito su questo fronte, quando ce ne sarà bisogno, cioè quando sarà necessario poi abbassarli.

In altri termini, la Fed è rimasta inerte in una prima fase, decisamente rialzista, del ciclo economico, e rischia ora di arrivare in una fase già avanzata.

O addirittura in un periodo di transizione da ciclo rialzista a ciclo stagnante o ribassista, per l’economia.

Diversi segnali vanno in questa direzione, come ad esempio sottolinea il Wall streett journal: “Il rialzo dei tassi era largamente atteso, ma questo non vuol dire che sia giustificato. La crescita dei salari orari è ancora debole e se le previsioni sul Pil nel primo trimestre si riveleranno corrette, queste dicono che sarà il periodo con la situazione economica più debole in cui è stato alzato il costo del denaro dal 1987.”

Del resto, anche i mercati paiono connotati da una tipica fase speculativa di fine trend.

Tra i vari elementi, che possiamo rimarcare a tale proposito, quello dell’intermarket analisys.

Anche se talora correlazioni dirette ed inverse tra i mercati sono oscillanti, è comunque raro vedere bond, oro ed azioni nella stessa direzione contemporaneamente.

Ed è quello che è successo nella giornata di ieri.

Quando questo si verifica, significa che siamo in presenza di quella che qualcuno ebbe a definire esuberanza irrazionale dei mercati, e che spesso rappresenta le battute finali di un movimento.

Ma in tutto questo, è presente, invece, un segnale che la dice molto lunga su quello che i mercati prospettano.

E’ il dollaro che, contrariamente agli altri assets, è calato.

Segno che il rialzo dei tassi non viene interpretato come espressione di forza, ma, più probabilmente, come zavorra su un’economia che sta invertendo il ciclo.

Ovviamente queste tesi vengono contestate dai fautori di Trump, ma una lettura attenta dei dati porta a queste conclusioni.

Del resto, anche l’indice Dow Jones non è riuscito, in chiusura, a superare il minimo della barra che ha formato un gap su time frame giornaliero, configurazione che sembra sempre più ricondurre ad un’exhaustion gap, o gap di fine movimento.

Gian Piero Turletti è Autore degli Ebooks: Magic Box e PLT  Edizioni Proiezionidiborsa

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