RCS: l’eliminazione dell’Italia dai mondiali Russia2018 non fa bene al titolo

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Il mercato mette in conto i potenziali minori ricavi relativi alle diffusioni e alla pubblicità derivanti dall’eliminazione dell’Italia dai Mondiali Russia2018 e RCS Media Group perde circa il 9%.

L’aspetto interessante, però, è la rottura del supporto in area 1.1279€ che se confermata in chiusura di settimana aprirebbe le porte a un ribasso fino al II° obiettivo naturale in area 0.77.02€.

News: Fonte MilanoFinanza

Perde l’Italia ma perde anche Rcs Mediagroup . L’eliminazione della Nazionale a opera della Svezia e la mancata qualificazione ai Mondiali di Russia del prossimo anno non è solo un’onta per lo sport, per il Coni e la Federcalcio. Ma macchia anche le performance a Piazza Affari del titolo del gruppo editoriale di via Rizzoli. Il motivo è semplice: la società controlla il principale quotidiano sportivo italiano, la Gazzetta dello Sport (191 mila copie diffuse), nonché il giornale più letto in assoluto. E ovviamente, per la testata diretta da Andrea Monti, in prospettiva non ci sarà quel prevedibile incremento di copie vendute e, quindi, anche di raccolta pubblicitaria, legata a un evento di richiamo come la più importante competizione calcistica in assoluto. Non per nulla, dati alla mano, nel 2014, all’epoca del torneo brasiliano andato in scena tra giugno e luglio, le copie della Gazzetta passarono dalle 240 mila di aprile, alle 261 mila di maggio fino a toccare le 270 mila di giugno, in piena fase a gironi, quella dell’eliminazione degli Azzurri. «L’Italia fuori dai mondiali è una notizia qualitativamente negativa per il settore media. In generale, la mancata qualificazione ai mondiali di calcio è negativa in quanto si tratta di un evento che attrae i maggiori investimenti pubblicitari», si legge in una nota diramata ieri da Equita sim, nella quale poi si ricorda che nel 2016 i maggiori investimenti pubblicitari per gli Europei di calcio sono stati di 60 milioni, il 2% del mercato.

Al momento è impossibile calcolare il potenziale danno sui conti 2018 di Rcs  ma si può stimare come un evento della portata dei Mondiali garantisca alla società di Cairo diverse decine di milioni di introiti addizionali. Cifra ovviamente correlata alle prestazioni dell’Italia (la vittoria del 2006 portò alla tiratura eccezionale e record di 2,3 milioni di copie del quotidiano rosa). Ma se il mercato è la cartina di tornasole anche di questa partita, allora si può fare una stima dei minori introiti. Perché ieri il titolo Rcs , in termini di capitalizzazione, ha lasciato sul terreno qualcosa come 56 milioni (-8,7%). Una cifra considerevole che però secondo alcune interpretazioni è solo legata alla reazione emotiva della notizia. Anche perché, come hanno fatto sapere ieri dall’ufficio studi di Confcommercio, se è vero che «per il sistema del calcio italiano la mancata qualificazione alla fase finale dei mondiali costituisce una perdita economica finanziaria che si estenderà su più anni», è altrettanto vero che «ciò non implica necessariamente una riduzione apprezzabile del pil».

Il calo più consistente, comunque, sarà registrato dal settore pubblicitario. Perché la mancata presenza della Nazionale ai Mondiali si traduce, secondo i calcoli di Upa in una minore spesa di 70 milioni (dato rivisto al rialzo proprio ieri, -60 milioni) con un saldo che sale a 100 milioni in caso di presenza degli Azzurri in finale.

Il salasso però c’è ed è evidente, anche perché perdono di valore i diritti tv che la Uefa deve ancora assegnare. Inizialmente si poteva stimare un incasso di 180 milioni, ma senza l’Italia difficilmente Mediaset , che ha fatto due offerte, arriverà a mettere sul piatto più di 60-70 milioni. Così come Sky Italia (aveva le immagini del 2010 e 2014) che però non si è ancora sbilanciata sull’offerta. Mentre è tutto da definire il ruolo della Rai: la tv di Stato non può non trasmettere l’evento ma anche in questo caso la somma da investire sarà modesta.
Chi potrebbe risentire della debacle dell’Italia sono anche i produttori e i distributori di televisori che negli anni dei mondiali, in prossimità dell’evento, registrano un boom nelle vendite.

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