Preferire Azionario all’Oro di Gian Piero Turletti

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REPORT DI LUNGO TERMINE:

PUZZLE DEI MERCATI TRA QE ED ANALISI ECONOMETRICA….

ED ALTRO ANCORA

A cura di Gian Piero Turletti

Autore di

Magic box

PLT

In questo report di lungo termine affronto una sorta di puzzle, fatto di elementi diversi, finalizzando il tutto al quesito: qual’ è il futuro di lungo termine dei mercati azionari? E dell’oro?

In tal senso, gli elementi del puzzle riconducono sia a tecniche econometriche, legate cioè alla definizione di quelli che dovrebbero rappresentare i valori intrinseci degli indici, sia all’analisi ciclica della forza relativa del comparto azionario e del trend di lungo termine del medesimo, sia ad ulteriori considerazioni di intermarket analisys.

Ma procediamo con ordine, con una scaletta degli argomenti:

elementi di analisi fondamentale

previsioni quantitative da parte dei mercati finanziari

ciclo della forza relativa di lungo termine

ciclo dei 7 anni

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oro: ulteriore indicazione a favore dell’azionario?

ELEMENTI DI ANALISI FONDAMENTALE

Utilizzo, per una valutazione di tipo econometrico/fondamentale, il modello usato, in via ufficiosa, dalla FED, e per questo motivo denominato, infatti, modello FED.

Questo modello si basa su un rapporto tra rendimento dei titoli di stato decennali e indici di borsa.

I due comparti si trovano in equilibrio, secondo gli assunti del modello, quando il rendimento dei titoli di stato decennali di un paese sono pari ai rendimenti di un indice azionario, espresso come rapporto tra utile medio per azione relativo all’indice e quotazione dell’indice stesso.

Da questo punto di vista, gli interventi di politica monetaria, noti come QE, hanno contribuito in misura rilevante a comprimere i rendimenti del comparto obbligazionario, determinando un significativo livello di sottovalutazione del comparto azionario.

Di seguito i rendimenti delle obbligazioni governative decennali confrontate con il rendimento degli indici, costituito dall’inverso del p/e, in alcuni principali paesi:

ITALIA: rendimento comparto azionario 3,13 rendimento obbligazioni 1,37

GRAN BRETAGNA: rendimento comparto azionario 2,78 rendimento obbligazioni 1,41

GERMANIA: rendimento comparto azionario 5,1 rendimento obbligazioni 0,14

FRANCIA: rendimento comparto azionario 4,65 rendimento obbligazioni 0,48

USA: rendimento comparto azionario 4,98 rendimento obbligazioni 1,83.

I dati appena forniti indicano una generale e significativa sottovalutazione del comparto azionario in base ai parametri del modello econometrico utilizzato.

PREVISIONI QUANTITATIVE DA PARTE DEI MERCATI FINANZIARI

Non pago dei risultati econometrici, sopra esposti, ho condotto un’ulteriore analisi basata sulla struttura della curva dei rendimenti.

Non mi soffermo in particolari tecnici relativi al funzionamento del modello proposto, ma mi limito, di seguito, ad esporre i risultati dell’analisi.

La curva dei tassi esprime, sostanzialmente, la visione che i mercati hanno del futuro andamento delle economie dei diversi paesi, nonché della tempistica che associano al sorgere di particolari problemi, con significativo riferimento a dinamiche recessive o comunque legate alla difficoltà di reperire sufficienti risorse per pagare capitale e cedole delle obbligazioni governative.

Significativo, in tal senso, ad esempio, l’allontanarsi di prospettive di crisi per la Grecia, una della possibili aree di crisi, non solo a fronte di un generale ammorbidimento della curva, ma anche in considerazione della previsione di nuove possibili tensioni non più nel breve/medio (a 2 anni), ma spostate verso i 5 anni.

Anche la brexit, a fronte della configurazione generale della curva, non pare preoccupare particolarmente i mercati.

In generale, le altre aree economiche si accompagnano ad una generale proiezione espansiva dell’economia, ben diversa da quella che i mercati, ad esempio, avevano prospettato nel 2000 sull’economia a stelle e strisce, in coincidenza con i massimi di borsa.

CICLO DELLA FORZA RELATIVA DI LUNGO TERMINE

Ci troviamo, ciclicamente, in una fase espansiva del ciclo di forza relativa favorevole al comparto azionario, e sfavorevole all’oro.

Questo non significa che un mercato bearish non possa interessare il comparto azionario, ma sarebbe di dimensioni minori, rispetto al trend ribassista dell’oro.

Comunque il ciclo depone a favore di rendimenti di gran lunga superiori sull’azionario, rispetto all’oro, e considerando la lunga durata statistica di tali cicli, ne consegue anche una significativa valenza statistica delle relative indicazioni.

CICLO DEI 7 ANNI

Puntualmente, non si è fatto attendere un minimo di medio/lungo termine previsto, in particolare, sugli indici USA per l’estate del 2015, il che potrebbe avere ulteriori implicazioni rialziste per il comparto azionario in generale, visto anche il ruolo di driver spesso assunto dagli indici USA.

ORO: ULTERIORE INDICAZIONE A FAVORE DELL’AZIONARIO?

Sull’oro abbiamo probabilmente assistito non solo ad un’inversione ribassista di lungo, ma anche di lunghissimo termine, visto anche il cedimento del bordo inferiore del canale rialzista generazionale, che partiva almeno da metà degli anni ’90.

Certo, questo non significa, automaticamente, che l’oro andrà sempre al ribasso, e che il comparto azionario salirà solo e sempre, ma, in ottica di lungo termine, dovrebbero comunque prevalere le fai cicliche toro sul comparto azionario, e quelle bearish sull’oro, quanto meno sino a che l’oro non raggiunga un target ribassista ricompreso tra i 930 ed i 933 dollari l’oncia, probabilmente entro l’estate del 2017.

RIASSUMENDO: diversi elementi di analisi, come sopra evidenziati, depongono a favore di una visione generalmente bullish ancora favorevole al comparto azionario, sfavorevole invece ad asset come l’oro.

Naturalmente ogni previsione ha necessità di essere monitorata, e lo faremo tramite l’analisi dei successivi movimenti, con particolare riferimento all’eventuale tenuta, o meno, di riferimenti supportivi di lungo termine, in successive analisi.

 

 

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