Le principali investment bank fanno previsioni sul petrolio. Come si confrontano con le analisi di Proiezionidiborsa?

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In un interessantissimo articolo su Milano Finanza (Dove va il petrolio con dollaro e Venezuela. Cinque previsioni) vengono riportate le previsioni delle principali investment bank su futuro prezzo del petrolio. Per comodità riportiamo l’articolo qui di seguito.

Prezzi del petrolio in crescita, a causa della debolezza del dollaro e degli effetti della crisi venezuelana. I future sul greggio Wti, con scadenza a settembre, sono saliti a 49,85, mentre il Brent del mare del Nord ha toccato 52,70 dollari al barile. Ecco cosa si aspettano gli esperti delle investment bank nei prossimi mesi

1) Ubs. A parere degli esperti di Ubs, gli operatori sono diventati troppo pessimisti sull’andamento futuro del prezzo del greggio. Anche se la produzione degli Stati Uniti e dell’Opec aumentasse, la crescita dell’offerta nel secondo semestre 2017 continuerebbe a essere inferiore a quella della domanda. Con un gap stimato intorno a 0,7 milioni di barili al giorno nel prossimo trimestre, il petrolio Wti può quindi riportarsi oltre i 50 dollari. Questa previsione è esposta al rischio che le scorte statunitensi di petrolio non registrino una contrazione significativa, in particolare nel terzo trimestre. In tal caso, il ribasso dei prezzi potrebbe spingere l’Opec a tagliare ancora la produzione o eserciterebbe forti pressioni sui produttori di shale oil statunitensi. In sintesi il prezzo del Brent stimato nei prossimi sei mesi è 60 dollari al barile, con un massimo di 65-70 dollari nello scenario positivo e un minimo di 35-40 dollari in quello negativo.

2) T. Rowe Price. Nikolaj Schmidt, capo economista, spiega: “Manteniamo un orientamento ribassista. I quantitativi di greggio che un pozzo è in grado di produrre stanno rapidamente aumentando, ma il mercato continua a sottovalutare questo fattore. Siamo convinti che gli Stati Uniti non avranno problemi a produrre abbastanza petrolio da soddisfare l’eventuale aumento della domanda globale. Poiché ci attendiamo un rallentamento della crescita in Cina, ciò significa che per il prezzo del petrolio i rischi arriveranno sia dalla domanda che dall’offerta”.

3) Morgan Stanley. A parere di Martijn Rats il petrolio Wti resterà entro il range di 46-50 dollari al barile fino a metà 2018 nel migliore dei casi. I due aspetti di cui tener conto sono dal un lato la minore compattezza dell‘Opec nelle decisioni da prendere e dall’altro il fatto che l’offerta non-Opec sia di nuovo in crescita, con Libia e Nigeria che stanno recuperando più velocemente del previsto.

4) Société Générale . Rispetto a un secondo trimestre 2016 molto debole, il prezzo del Brent è salito del 9% nello stesso periodo di quest’anno. Guardando ai prossimi mesi lo scenario è moderatamente rialzista, a causa dei rischi in Venezuela, della debolezza del dollaro e della relazione domanda/offerta. Nel dettaglio il prezzo è stimato a quota 50 dollari al barile nel terzo trimestre 2017 e 52,5 nel quarto, per chiudere l’anno su una media di 52 dollari, in aumento fino a 54 dollari nel 2018.

5) Bofa-Merrill Lynch. I tagli della produzione decisi dall’Opec saranno più lenti del previsto, con la domanda dei Paesi Ocse che dovrebbe restare stabile quest’anno. I rischi al ribasso sono legati a un dollaro forte, all’aumento della produzione di shale oil e a un’altra guerra dei prezzi. I rischi al rialzo sono invece soprattutto geopolitici. Nel dettaglio il Brent è stimato 47 dollari al barile nel terzo trimestre 2017 (44 dollari il Wti) e 50 nel quarto (47 dollari il Wti), per chiudere l’anno su una media di 50 dollari (47 dollari il Wti), in aumento fino a 52 dollari nel 2018 (50 dollari il Wti).


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Analisi di Proiezionidiborsa

In un articolo del 29 Luglio (Il petrolio ha davanti a sè un potenziale rialzo del 15%. Il livello chiave da monitorare) scrivevamo

Settimana scoppiettante per il petrolio che con una serie di 5 sedute consecutive al rialzo ha praticamente raggiunto il I° obiettivo naturale in area $49.92 della proiezione rialzista in corso.

Qualora tale livello dovesse essere rotto l’obiettivo successivo si troverebbe in area $57.8.

La chiusura del 31 Luglio è stata superiore al livello indicato, ma quella del 1 Agosto ha visto subito un immediato e veloce ripiegamento. Nel breve, quindi, la situazione è molto fluida, anche se sono possibili ritracciamenti fino in area $46.9.

Nel lungo periodo rimane sempre valido quanto scritto nell’articolo  Approfittare dei rimbalzi per scappare dal petrolio. Da $200 a $20 in un decennio?

Lo scenario globale è consistente in quanto la negazione della proiezione ribassista che ha come obiettivo area $20 passa per la rottura della resistenza in area $69.

 

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