I sequential setup anticipano un’inversione ribassista degli indici azionari americani?

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Cos’è un sequential setup?

Possiamo definire un sequential setup una serie di segnali in sequenza, che formano un’indicazione, una sorta di segnale composito, costituito, a sua volta, da segnali tra loro in rapporto di sequela successiva.

Un esempio può essere costituito dalle onde di Elliott, oppure da una serie di barre successive sopra una resistenza o sotto un supporto.

E proprio usando segnali di questo tipo, possiamo dire che stanno individuando sui mercati azionari USA la formazione di un massimo rilevante, e la probabile formazione di un testa e spalla.

Ma come giungiamo a questa conclusione?

Consideriamo i seguenti sequential setup: onde di Elliott e un particolare pattern, che ho denominato minimum sequential setup.

Alla fine di queste analisi, troveremo una conferma con un’analisi grafica di lungo termine.

Per comodità applicherò queste analisi allo S E P 500, ma queste considerazioni valgono anche per gli altri indici, come Dow Jones e Nasdaq composite.

Onde di Elliott

La teoria delle onde di Elliott è complessa ed articolata, e si presta a diverse interpretazioni.

Non mi dilungo qui di seguito nei particolari della composizione e articolazione di queste onde sullo S E P 500, ma mi limito, su grafico a barre mensili, a definire la mia personale interpretazione del trend originatosi nel 2009, analizzando le onde principali.

Di seguito, quindi, i punti di svolta delle principali onde, 3 rialziste, con indicazione dei massimi di arrivo, e 2 di correzione, con indicazione dei minimi di arrivo. La sequela inizia a marzo 2009:

onda A sino a maggio 2011

onda B sino a ottobre 2011

onda C sino a maggio 2015

onda D sino a febbraio 2016

onda E, in corso, con la seguente sottoarticolazione, ancora una volta, in 5 onde, più agevolmente definibile utilizzando barre weekly:

onda a sino alla settimana del 15 agosto 2016

onda b sino alla settimana del 31 ottobre 2016

onda c sino alla settimana del 12 dicembre 2016

onda d sino alla settimana del 26 dicembre 2016

onda e in corso.

Siamo quindi, per usare la terminologia elliottiana, ed evitando le sottoonde minori, in una 5 dell’onda principale E di lungo termine, che dovrebbe rappresentare l’apice dell’intero movimento rialzista, sviluppatosi dal 2009.

Minimum sequential setup

E’ nota la definizione di trend rialzista come sequela di minimi e massimi crescenti.

E’ quindi evidente che quando 2 o più minimi risultano allineati o decrescenti, inizia a scricchiolare qualcosa.

Ho quindi definito una sequela di tali minimi come minimum sequential setup.

Il suo significato, sui trend principali, quindi usando barre mensili, può essere duplice.

Talora inizia a segnalare, pur a fronte di massimi ancora crescenti tra loro, la fine del trend primario, talora anticipa invece una configurazione di distribuzione, di cui spesso forma la parte sinistra, appunto quale spalla sinistra di un testa e spalle ribassista.

In questo caso, il massimo che si è formato sopra i minimi allineati o decrescenti viene rotto al rialzo, per dare origine ad una ultima gamba rialzista, dalle caratteristiche particolarmente speculative.

E’ il caso dello S E P 500.

Come possiamo notare su barre mensili, tutte le fasi di correzione si sono arrestate su minimi tra loro crescenti.

Ma questa sequela è stata interrotta nel periodo gennaio e febbraio 2016, con due minimi tra loro sostanzialmente allineati ed inferiori ai minimi di agosto 2015 e ottobre 2014, ma allineati al minimo di aprile 2014.

Al di sopra di questa formazione di minimum sequential setup troviamo il massimo di maggio 2015, anche questo più o meno allineato con i massimi delle barre precedenti e successive.

Se il minimo più basso di questa configurazione, in area 1810, fosse stato rotto al ribasso con conferma almeno di una chiusura mensile, il trend rialzista di lungo termine sarebbe probabilmente già terminato, dando luogo ad una delle due ipotesi, che abbiamo visto più sopra, di evoluzione di questo pattern.

Invece è stato rotto al rialzo il massimo di maggio 2015, e quindi dovremmo trovarci, anche sotto tale profilo, nell’ultima gamba rialzista di tutto il trend iniziato nel 2009.

La successiva evoluzione dovrebbe proseguire come segue:

formazione della testa di un potenziale testa e spalle ribassista, di cui i massimi attuali corrisponderebbero all’apice dell’intera configurazione.

Quindi rimbalzo consistente e successiva ricaduta, a formare la spalla destra.

Talora, se il ribasso è particolarmente violento, la spalla sinistra non fa tempo a formarsi e resta solo la spalla sinistra e la testa.

Conferme dall’analisi grafica di lungo termine

Congiungendo l’attuale massimo assoluto con il massimo di aprile 2000, troviamo una trend line di lunghissimo termine.

Tracciando le parallele a questa trend line da altri rilevanti punti di minimo o di massimo, su grafico a barre mensili, notiamo come a loro volta intersechino altri fondamentali punti di minimo e di massimo.

Ne risulta un canale di lunghissimo termine, di cui gli attuali massimi assoluti si trovano in corrispondenza della trend line di resistenza più esterna.

Inoltre, possiamo congiungere i minimi di ottobre 2011 con il minimo di febbraio 2016.

Troviamo in tal modo una fondamentale trend line supportiva, e possiamo tracciare la parallela, di resistenza, sul massimo di aprile 2010.

Questa trend line incrocia la retta più esterna del canale di lunghissimo termine, dianzi descritto, e proprio in corrispondenza del massimo dell’attuale barra mensile.

Ricordiamo, inoltre, che siamo in presenza di una barra target, segnalata da Magic box.

Riassumendo, sia segnali grafici, che proiettivi, che basati su metodi di sequential setup, individuano la probabile formazione di un massimo di primaria importanza sugli indici USA.

L’analisi è stata condotta sullo S E P 500, ma analoghe considerazioni possono essere svolte sul Dow Jones e sul Nasdaq.

Gian Piero Turletti è Autore degli Ebooks: Magic Box e PLT Edizioni Proiezionidiborsa

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