FMI: in Italia pareggio di bilancio solo nel 2022

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MILANO (Reuters) – L’obiettivo del pareggio di bilancio che il Def della settimana scorsa indica al 2020 per il disavanzo in termini sia nominali sia strutturali, si realizzerà nel caso dell’Italia soltanto nel 2022, un anno prima se calcolato al netto del ciclo e delle una tantum.

Lo scrive il Fondo monetario internazionale nel ‘Fiscal Monitor’, rapporto semestrale dedicato alla disamina dei conti pubblici delle principali economie mondiali.

Già tracciato ieri per i prossimi due anni nel primo capitolo del ‘World Economic Outlook’, l’orizzonte previsivo su debito e deficit in rapporto al prodotto interno lordo si allarga in una prospettiva di medio-lungo.

Dopo l’1,4% atteso l’anno prossimo — livello da confrontare con l’1,2% indicato dal governo — la parabola del deficit italiano disegnata dal Fondo indica 0,7% per il 2019, 0,2% per il 2020 e 0,1% l’anno successivo, con un equilibrio proiettato al 2022.

A perimetro strutturale, si legge sempre nel rapporto, dallo 0,9% del 2018 (0,7% secondo il Def) si passerebbe a 0,3% nel 2019 e 0,1% nel 2020, arrivando al pareggio nel 2021 contro il 2020 su cui scommette il governo.

Il rientro del debito pubblico, per l’Italia da sempre punto dolente, dovrebbe secondo il Fondo iniziare soltanto l’anno prossimo — il Def dice già quest’anno — ma proseguire gradualmente per i cinque anni dell’arco previsivo fino al 2022.

Senza alcun riferimento al caso specifico italiano, una breve sezione del documento dedicata alla generica sostenibilità del debito pubblico elevato ricorda che quest’ultima si determina non soltanto in base ai tassi di interesse — attualmente pari a zero per la zona euro — ma tenendo conto del differenziale tra il tasso di interesse e il tasso di crescita in un orizzonte strutturale di lungo termine.

Guardando alla cosiddetta politica fiscale, scrive il Fondo a proposito dell’Italia “un rientro del deficit progressivo e ben scadenziato, insieme a un miglioramento della composizione delle misure prociclica nel breve termine, continuerà a sostenere la ripresa e allo stesso tempo aumentare la credibilità delle misure stesse di aggiustamento”.

Tra le misure suggerite a Roma un’ulteriore riduzione del cuneo fiscale.

Per un ultimo sguardo alle stime sul Paese, la proiezione Fmi sull’avanzo primario — variabile critica per la discesa del debito — è di 1,1% per quest’anno e 2,1% il prossimo dopo l’1,4% del 2016.

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