Debito pubblico italiano e analisi della probabilità di default: c’è da preoccuparsi?

ProiezionidiBorsa

Senza dilungarci in tecnicismi, che richiederebbero una lunga trattazione teorica, introduciamo il tema della sostenibilità del debito pubblico di uno stato, dicendo che è possibile calcolare la probabilità di default, cioè di fallimento, del singolo titolo.

Questo risultato può essere ottenuto con diversi algoritmi econometrici, ma uno dei più semplici, anche per la velocità di acquisizione dei dati, si basa sullo spread, cioè sulla differenza di rendimento, tra un titolo considerato a rischio zero (risk free) o prossimo allo zero, tipicamente il bund tedesco, ed il titolo considerato a maggior rischio, oggetto di analisi.

In base al differenziale di rendimento, o spread, sui due titoli, è possibile stabilire la probabilità di default cumulata sino alla scadenza del titolo a maggior rischio.

Esamineremo, in una serie di articoli, la probabilità di defult relativa al debito pubblico di diversi pasi, su diverse scadenze, analizzando la differenza di tale probabilità rispetto a precedenti periodi.

Sapremo, in tal modo, se i mercati valutano oggi una maggior o minor probabilità di default.

Consideriamo, in questo articolo, la situazione italiana, sulle scadenze a 5, 10 e 30 anni dei btp.

5 anni: 1 anno fa: 5,49%; oggi 4,42%;

10 anni: 1 anno fa: 16,07%; oggi 13,23%;

30 anni: 1 anno fa: 47,9%; oggi 39,73%.

Come si nota un andamento decrescente nel tempo.

In particolare i livelli elevati di un anno fa si sono avuti in un periodo di particolari tensioni anche sul fronte del debito greco (che analizzeremo in un articolo a parte).

Potrebbe però essere interessante analizzare le medesime scadenze un mese fa, in piena crisi catalexit, visto che si era parlato di un innalzamento del livello di rischio sul debito dell’area periferica dell’eurozona, al fine di verificare se effettivamente il rischio percepito fosse o meno superiore a quello odierno.

Scadenza 5 anni: 5,47%; scadenza 10 anni 4,07%; scadenza 30 anni 21,55%.

Possiamo notare come, tranne la scadenza a 5 anni, in costante diminuzione,  le altre oggi rappresentino un livello di default probability cumulata intermedio tra la situazione di un anno fa e quella di un mese fa.

Possiamo quindi dire che qualche segno la catalexit l’ha effettivamente lasciato, anche se la recente promozione del rating italiano e la curva dei rendimenti sono segnali positivi, che depongono a favore della sostenibilità del debito pubblico italiano.

Nel prossimo articolo ci occuperemo della Grecia e valuteremo se la percezione del rischio è aumentata o diminuita rispetto alle problematiche di sostenibilità del debito pubblico.

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Cimatti Mario Marco

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