Come si crea sviluppo economico, anche senza legge finanziaria Parte Seconda

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A cura di Gian Piero Turletti

Autore di

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PER LEGGERE LA PRIMA PARTE DELL’ARTICOLO

Uno degli esempi di applicazione dei principi, indicati nella prima parte, riconduce alla normativa in ambito energetico.

Le norme in materia hanno stabilito tutta una serie di obblighi, dei quali una parte sicuramente esprime l’obiettivo di un risparmio energetico negli immobili, ma un’altra parte non pare giustifica in tal senso.

Se un proprietario di un immobile lo vende, deve accompagnare gli atti con una diagnosi energetica, svolta da un professionista abilitato, iscritto ad apposito albo.

Tale diagnosi serve a comprendere come sia messo l’immobile, rispetto alla capacità di risparmiare energia, quindi una sorta di quanto riceve e quanto rilascia, in termini energetici.

Peraltro l’obbligo di compiere una diagnosi energetica vale per tutti gli edifici di nuova costruzione, ed anche per quelli vecchi, se si decide una ristrutturazione, che riguardi una certa percentuale della superficie esterna.

Sin qui, pare che questa normativa risponda, effettivamente, alle esigenze di risparmio energetico, da tempo sollevate da varie parti.

Tuttavia, la normativa va oltre.

Probabilmente, molti di noi ormai avranno installato sui termosifoni quelle famose termovalvole, di cui da tempo si sente parlare, rese anche queste obbligatorie.

Sono dispostivi in qualche modo atti a ottenere uno specifico risparmio energetico nella gestione degli impianti di riscaldamento.

Ma cosa avrebbe dovuto prevedere una normativa sensata, formulata in termini di ragionevolezza?

Dovete sapere che non tutti gli impianti di riscaldamento sono fatti nello stesso modo.

Vi sono quelli che usano termosifoni, ma, ad esempio, anche quelli, diffusi soprattutto in edifici costruiti alcuni decenni fa, cosiddetti a serpentina.

Praticamente l’impianto di riscaldamento veniva realizzato nel pavimento degli appartamenti.

Ora, è noto ai tecnici del settore, che non sempre le cosiddette termovalvole riescono a portare un miglioramento nella gestione energetica degli impianti.

Per come sono fatti, taluni impianti vecchi, proprio per motivi di struttura e di obsolescenza, potrebbero, anzi, subire un peggioramento della propria performance energetica, in caso di installazione di queste famose valvole.

In alcuni casi, poi, e praticamente quasi sempre in caso di impianti a serpentina costruiti decenni fa, è addirittura impossibile, per motivi tecnici, l’installazione di tali elementi.

Sarebbe stato quindi logico prevedere un’automatica esenzione per gli impianti vecchi, obsoleti.

Invece no.

Cosa dice, infatti, la normativa, a tale riguardo?

In tal senso, precisa che nessun impianto di riscaldamento, in quanto tale, è esente.

Se per motivi vari, di obsolescenza o impossibilità, le termovalvole non si possono installare, questo va dichiarato dopo che un tecnico ha compiuto apposita ispezione in una specifica relazione.

Il che pare francamente assurdo, soprattutto con riferimento ad impianti che hanno un certo numero di anni.

Proprio perché si sa che almeno nel 90% di questi casi l’esito sarà per una impossibilità o eccessiva difficoltà tecnica.

Ma perché, quindi, prevedere uno specifico obbligo di tali ispezioni tecniche e relative relazioni, con cui il tecnico eventualmente dichiari la situazione di impossibilità?

Il motivo è essenzialmente economico.

Infatti consideriamo i vari soggetti ed enti coinvolti in tutte queste operazioni.

E vediamo i vari passaggi che creano movimento di denaro.

I professionisti autorizzati devono essere iscritti in appositi albi.

Per ottenere l’iscrizione devono seguire determinati costi, a pagamento, i cui incassi vanno ai vari enti.

Devono quindi pagare tasse di iscrizione periodica ai vari albi.

A loro volta, i proprietari devono far espletare i vari adempimenti tecnici, che abbiamo visto poco sopra.

Il tutto, ovviamente, sempre a pagamento.

Inoltre, per compiere l’analisi delle cosiddette serpentine dell’impianto di riscaldamento, occorre avvalersi di particolari strumenti, noti come termocamere. Quindi ci guadagnano, ovviamente, anche i costruttori di queste.

A tutto questo, ovviamente, aggiungiamo il denaro che entra nelle casse dei costruttori delle famose termovalvole.

Se poi aggiungiamo che un’analisi oggettiva, severa, sulle condizioni di miglioramento o peggioramento di un impianto di riscaldamento, cui siano state applicate le termovalvole, indica in moltissimi casi un peggioramento, allora vien proprio spontaneo pensare quanto segue.

Sicuramente si realizza l’obiettivo di smuovere l’economia, determinando una domanda di beni o servizi imposta per legge.

Che poi a tutto questo corrisponda sempre un efficientamento energetico, è dubbio, quanto meno per i motivi sopra esposti.

Considereremo la prossima volta un altro esempio di domanda di mercato realizzata per legge, con riferimento al cosiddetto cpi, certificato prevenzione incendi.

 

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