Come distinguere i gatti maschi dalle femmine

gatto

Tutti hanno almeno un conoscente che ha adottato, temporaneamente o meno, un gattino abbandonato dalla madre, anche se prima non di quel momento non avrebbe mai pensato di farlo. In caso contrario, è probabile che si sia quel conoscente.

Quando ci si ritrova in questa situazione, è probabile che non si sappia affatto come distinguere i gatti maschi dalle femmine. Eppure, saperlo è molto importante per il futuro, sia per capire quando sarà opportuno castrarli o sterilizzarli che perché parte della loro indole dipende proprio dal sesso.

Per fortuna, esistono alcuni tratti distintivi che consentono anche ai più inesperti di poter riconoscere i due sessi. L’importante è che il gattino abbia almeno quattro settimane di vita. Altrimenti, farlo con certezza potrebbe rivelarsi difficile.

Come distinguere i gatti maschi dalle femmine

Prestare attenzione alla istanza tra gli orifizi

La distanza tra l’orifizio riproduttivo e il retto è uno dei primi fattori atti a determinare se un gatto sia maschio o femmina. Per farlo, bisogna alzare delicatamente la coda dell’animale, così da esaminare la parte interessata. Quando questa è ampia, il gatto è maschio. Se è piccola, è femmina.

Analizzare la forma dell’orifizio posto più in basso

Analizzare la forma dell’organo riproduttivo è il secondo passo da compiere. Quando è tondeggiante, è probabile sia maschio. Altrimenti, se ha la forma di una fessura verticale, è femmina.

Osservare il colore del mantello

Come ulteriore conferma, o come primo dato appena visibile, è possibile guardarne il pelo. I gatti il cui mantello ha una colorazione striata, a ”tartaruga”, ”calico” (cioè con un manto a tre colori) sono in genere femmine. Chiaramente, constatare ciò non basta, ma può servire a farsi un’idea a primo acchito, quando non è ancora possibile prendere in braccio il micio, se questo è randagio.

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