Carige: tra le molteplici notizie che riguardano il titolo spuntano i primi segnali rialzisti. Fin dove potrà arrivare il rialzo?

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Alla chiusura della seduta del 10 Ottobre il titolo, a seguito di un rialzo di oltre il 9%, ha generato un segnale di acquisto che potrebbe portare il titolo verso i massimi recenti in area 0.2557€. Alla rottura di questo livello, poi, il rialzo continuerebbe fino al II° obiettivo naturale in area 0.296€.

Segnali di debolezza si avrebbero solo con chiusure giornaliere confermate inferiori a 0.2306€.

La miriade di notizie che hanno fatto esplodere il titolo  è riportata dopo il grafico.

Le News: Fonte IlSole24Ore

Tre gruppi industriali come Santander, Compass (Mediobanca) e Agos Ducato (jv tra Credit Agricole e Banco Bpm) e fondi internazionali di cui fanno parte gli americani di Blackstone e Varde Partners oltre agli inglesi di Crc (Christofferson, Robb & Company) e Chenavari investment managers. Sono questi i pretendenti che – secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore Radiocor Plus – hanno presentato una manifestazione d’interesse per le attività di credito al consumo di Banca Carige.

Ieri gli advisor di Kpmg hanno così avviato il processo di due diligence sulle proposte ricevute per Creditis servizi finanziari con l’obiettivo di arrivare a individuare una rosa di nomi nel giro di un mese da portare poi alla trattativa finale. La tabella di marcia prevede, infatti, che le offerte vincolanti arrivino per metà novembre.

Secondo il piano di Carige la vendita dell’asset – avendo la necessità di alcuni via libera autorizzativi – sarà completata all’inizio del 2018, probabilmente entro marzo. L’istituto ligure, che ha Creditis in carico a 40 milioni, punta a ottenere un incasso a tre cifre (già nel 2015 era stata provata la vendita con una valutazione attorno a 75 milioni).

Tra i pretendenti per il credito al consumo fondi inglesi e americani

In campo – come detto – big del settore o fondi globali che puntano a mettere una bandierina anche nel credito al consumo italiano. E’ questo il caso di Chenavari che già nel 2015 aveva acquistato da Bnp Paribas la società di credito al consumo LaSer Nederland. Gli inglesi di Crc, focalizzati sulla gestione dei crediti in sofferenza e che amministra asset per circa 1,8 miliardi di dollari, a giugno hanno rilevato da Intesa Sp un portafoglio di non perfoming loans del valore di circa 2 miliardi in cordata con Bayview. Il fondo Usa Blackstone è anche in corsa per la sede romana di Carige via Bissolati, che l’istituto intende cedere entro fine anno. Il pretendente Varde Partners, dal canto suo, ha appena messo a segno un blitz negli alberghi italiani rilevando nell’aprile scorso la proprietà di Boscolo Hotel.

Generali aderisce a conversione bond, anche Intesa in questa direzione

Intanto sul fronte della conversione dei bond subordinati di Carige detenuti da Intesa Vita, l’a.d. di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina ha detto: «Ci stiamo muovendo su valutazioni che portino a minimizzare l’impatto per la banca ed è ragionevole pensare che la conversione sia la soluzione che comporta il minor impatto». Generali intanto ha aderito all’offerta di conversione dei titoli obbligazionari Carige in suo possesso in bond senior. Secondo quanto appreso da Radiocor Plus, la compagnia, che ha in portafoglio quote del bond perpetuo Tier 1 Carige cedola 8.388%, ha optato per accettare la proposta fatta dall’istituto ligure. L’offerta prevede che, per gli obbligazionisti che aderiscono entro l’11 ottobre, il concambio sia pari a 30 centesimi per ogni euro nominale. Dopo questa data l’offerta scende a 25. Secondo quanto si apprende l’esposizione di Generali è inferiore ai 60 milioni e quindi rappresenta meno della metà del prestito Tier 1 in questione emesso per nominali 160 milioni. L’adesione di Generali e’ comunque rilevante ai fini della efficacia della operazione per quanto riguarda questa categoria di bond visto che, con il meccanismo della consent solicitation, l’ok in assemblea di obbligazionisti rappresentanti il 75% dell’emissione fa approvare la proposta. L’assemblea degli obbligazionisti Carige interessati alla offerta è fissata in prima convocazione per il 21 ottobre. In Borsa oggi il titolo ha guadagnato oltre il 9% proprio sul vicino raggiungimento della conversione delle obbligazioni.

Domani le offerte per la sede milanese, Bnp e York in corsa
Si avvicina il momento della verità per la vendita della sede milanese di Bca Carige, il primo degli asset rapidamente collocabili sul mercato per contribuire al rafforzamento patrimoniale insieme all’aumento di capitale e alla conversione dei bond. Per mercoledì 11 ottobre sono attese le offerte vincolanti da parte dei soggetti che, nel corso del mese di settembre, hanno lavorato all’operazione e che, in sede di proposte preliminari, avevano valutato l’immobile di Corso Vittorio Emanuele II intorno ai 105-107 milioni di euro.
Nella procedura, curata da Jones Lang LaSalle, sono ancora in corsa Bnp Paribas, la sgr Antirion specializzata in fondi immobiliari e il fondo di private equity York Capital oltre a due family office italiani. Nel corso della assemblea degli azionisti di fine settembre, l’amministratore delegato di Carige, Paolo Fiorentino, ha spiegato di attendersi un prezzo «a tre cifre» per la cessione del cespite e, con questo obiettivo, di aver privilegiato le proposte arrivate da investitori istituzionali rispetto a quelle di gruppi di vendita al dettaglio interessati a posizionarsi in una vetrina allettante come quella di Corso Vittorio Emanuele. La sede milanese è in carico nei bilanci Carige a 55 milioni e consentirebbe quindi una plusvalenza rilevante all’istituto.

News: Fonte MilanoFinanza

Generali e Intesa Sanpaolo  hanno aderito al piano Lme di scambio di bond subordinati Banca Carige con titoli senior. Secondo quanto appreso da fonti vicine alla situazione, la compagnia assicurativa, che ha in portafoglio quote del bond perpetuo Tier 1 Carige cedola 8,388%, ha optato per accettare la proposta fatta dall’istituto ligure.

L’offerta prevede che per gli obbligazionisti che aderiscono entro l’11 ottobre il concambio sia pari a 30 centesimi per ogni euro nominale. Dopo questa data, l’offerta scende a 25 centesimi. Secondo quanto appreso, l’esposizione di Generali  è inferiore a 60 milioni e quindi rappresenta meno della metà del prestito Tier 1 in questione emesso per nominali 160 milioni.

L’adesione di Generali  è comunque rilevante ai fini dell’efficacia dell’operazione per quanto riguarda questa categoria di bond visto che, con il meccanismo della consent solicitation, l’ok in assemblea degli obbligazionisti rappresentanti il 75% dell’emissione fa approvare la proposta. L’assemblea degli obbligazionisti di Banca Carige interessati all’offerta è stata fissata in prima convocazione per il 21 ottobre.

Per quanto riguarda, invece, Intesa Sanpaolo  una fonte ha spiegato che banca convertirà il bond da 50 milioni nominali Lower Tier II con scadenza nel 2020 a un prezzo del 70%, assicurandosi tuttavia il rateo interessi maturato dalla data dell’ultimo stacco fino alla chiusura dell’operazione. Mentre già la scorsa settimana una fonte vicina al gruppo Unipol  aveva riferito dell’orientamento della compagnia bolognese ad aderire al piano Lme. Quanto più alta sarà l’adesione allo scambio dei bond, tanto più elevato sarà il capitale risparmiato e quindi accantonato dalla banca che a quel punto potrà lanciare l’aumento di capitale da 560 milioni di euro (di cui 60 milioni derivanti dal piano Lme).

Oggi, tra l’altro, si riunisce un cda di Banca Carige  in cui verrà fatto il punto sull’andamento dell’offerta di conversione dei bond subordinati, partita lunedì 2 e destinata a concludersi mercoledì 18 ottobre, sulla vendita della piattaforma Npl (in pole position ci sarebbero Prelios -Dk, FonSpa, Bay view Crif, Lindorff) e degli immobili. In particolare, oggi sono attese le offerte vincolanti per la sede milanese di Carige  che dovrebbe essere valutata circa 100 milioni di euro. Tra i soggetti ancora in corsa ci sono Bnp Paribas , Antirion Sgr, il fondo di private equity York Capital e due family office.

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