Anche sui mercati, se più indizi fanno una prova, i prossimi mesi saranno da incubo

ProiezionidiBorsa

Iniziamo con una premessa per ripetere quanto già detto moltissime volte in passato nei nostri articoli. Le correlazioni storiche sono di estrema importanza in quanto ci allertano quando il mercato può trovarsi in condizioni “pericolose”. Tuttavia non possono essere l’unico strumento per investire sui mercati.

Facciamo un esempio. Se le correlazioni storiche prevedono un ribasso, ma il mercato continua a salire e gli indicatori dicono rialzo, sarebbe da folli andare contro il mercato.

Tornando al titolo di questo articolo, quindi, andiamo prima ad analizzare una serie di indizi che il mercato ci sta dando e poi lo stato di salute attuale attraverso gli indicatori di Proiezionidiborsa.

Le correlazioni storiche

Hinderburg Omen

Da La Bussola di Wall Street

L’Hindenburg Omen è un indicatore tecnico il cui obiettivo è quello di prevedere i crash dei mercati azionari. Questo indicatore prende il nome dal disastro aereo che coinvolse nel 1937 il grande dirigibile tedesco chiamato Hindenburg.

L’Hindenburg Omen è un insieme di indicatori tecnici che misura “la salute” del mercato, specificatamente il NYSE, per cui quando determinate condizioni sono verificate la probabilità che si verifichi un crash dei mercati finanziari è più alta del normale. Come vedremo nel prossimo paragrafo, l’Omen si è sempre manifestato prima di qualunque chash dei mercati azionari degli ultimi 20 anni.  Per una spiegazione molto chiara e  concisa di come interpretare questo indicatore, riportiamo un estratto della newsletter di Peter Eliades del 21 Settembre 2005:

La logica su cui si basa questo indicatore è che in condizioni normali di mercato c’è o un numero sostanziale di azioni che stabiliscono nuovi massimi o un gran numero di azioni che stabiliscono nuovi minimi, ma non entrambi. Quando sia il numero di nuovi massimi che di nuovi minimi è grande, allora il mercato sta andando incontro ad un periodo di forte divergenza. Tipicamente questa divergenza non porta a rialzi del mercato. Un mercato in salute richiede che al suo interno ci sia uniformità e non importa a quale direzione essa conduce.

L’indicatore ha predetto con successo un pullback significativo con una probabilità inferiore al 30%, secondo The Wall Street Journal. Tuttavia, ha centrato il crollo del mercato nel 1987 e la crisi finanziaria 2008.

Un grafico che mostra la correlazione tra Hindenburg Omen e S&P500 è mostrato nel grafico seguente.

E’ chiaro che da solo non può essere uno strumento per investire efficientemente sui mercati, ma costituisce un ottimo campanello di allarme.

S&P 500 PE v VIX RATIO

Un altro interessante indicatore che mette in guardia da possibili potenziali crolli dei mercati è il rapporto tra il PE dell’S&P500 e il VIX.

Come si vede dal grafico seguente questo indicatore è su livelli che non si vedevano dal 2007, poco prima che iniziasse la crisi finanziaria che ha portato a crolli sui mercati finanziari di oltre il 50%. In precedenza livelli così importanti erano stati raggiunti anche prima della bolla tecnologica.

Anche in questo caso, così come per l’Hindenburg Omen, si sono verificati letture molto alte di questo indicatore senza che nulla succedesse. Tuttavia, ancora una volta, aumentare il livello di attenzione è cosa buona e giusta.

Qual è la frequenza e l’intensità dei crash sui mercati finanziari?

Le serie storiche ci dicono che i crolli sui mercati finanziari accadono in media ogni 10 anni e hanno una profondità media del 42%.

L’ultimo crollo sui mercati finanziari c’è stato nel 2007-2008.

L’indicatore di Warren Buffett

In un’intervista a Fortune del 2001, Warren Buffett (detto anche l’oracolo di Omaha per le sue capacità di realizzare profitti sui mercati finanziari) ha dichiarato che il miglior indicatore per capire lo stato di salute del mercato è il rapporto tra la capitalizzazione della borsa e il prodotto interno lordo, mostrato nella figura seguente.

Come si può notare dal grafico, valutazioni si questo indicatore superiori al 30% hanno sempre anticipato grossi ribassi sui mercati. Fa eccezione il dato del 2015 (anche se poi l’anno è stato di fatto laterale con una variazione annuale inferiore all’1%).

Anche questo indicatore ci mette in guardia da possibili tracolli.

Il Crestmont P/E ratio

Un interessante indicatore per capire lo stato del mercato è il Crestmont P/E ratio che, a parte l’efficacia facilmente verificabile dal grafico, ha il pregio di avere uno storico che parte dal 1870.

Cosa potrebbe accadere sui mercati viste le ultime letture dell’indicatore? Basta dare un’occhiata al grafico e si nota come il crash del 1929, la bolla tecnologica del 2000 e la crisi finanziaria del 2007 sono avvenute tutte quando l’indicatore quotava su questi livelli.

Il frattale storico di Proiezionidiborsa

Il frattale per il 2017 costruito a partire dalle serie storiche è mostrato qui di seguito e prevede una continuazione del rialzo fino a estate inoltrata e un successivo crollo. Lo scenario del frattale, quindi, è in accordo con gli allarmi dagli indicatori analizzati in precedenza.

L’analisi di Proiezionidiborsa

Sul Dow Jones è in corso una proiezione rialzista, iniziata con un segnale long del TC2 a fine 2009, che ha portato fino ad ora a un rialzo di oltre il 100% e al raggiungimento del I° e II° obiettivo naturale.

Al momento non ci sono segnali di inversione ribassista. Tuttavia l’eventuale rottura del supporto a 20468 potrebbe indebolire le quotazioni e dare inizio a una gamba ribassista.

 

Conclusione

Ci troviamo in una fase storica in cui i grafici delle quotazioni ci dicono che il rialzo può continuare e gli indicatori macro non correlati alle quotazioni ci mettono in guardia da possibili tracolli.

Cosa fare?

Uscire dal mercato per paura di possibili crolli sarebbe da stupidi. Perchè farlo se le quotazioni continuano a salire?

Entrare short sul mercato perchè in passato, nelle stesse condizioni, si sono verificati dei crolli sarebbe da stupidi. Il ribasso potrebbe anche esserci, ma da livelli più alti.

Bisogna, quindi, aumentare il livello di allerta senza, però, anticipare mai il mercato.

Gli indizi per un forte ribasso in arrivo ci sono, ma manca ancora la prova incontrovertibile che darebbe ancora più forza agli indizi.

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